Acidità di stomaco

L’acidità di stomaco è un disturbo molto comune nella popolazione, con circa il 20-30% delle persone che soffrono di reflusso gastroesofageo, una delle cause principali. Si stima che in Italia siano circa 15 milioni le persone che convivono con il reflusso, con un impatto significativo sulla loro qualità della vita.

In questo articolo troverà una guida su sintomi, cause, diagnosi, rimedi e prevenzione.

L’acidità di stomaco, o iperacidità gastrica, è un eccesso di acidi gastrici nello stomaco, causato da un’eccessiva produzione di acido cloridrico da parte delle ghiandole gastriche, non contrastata dall’azione fisiologica del muco gastrico.

È un disturbo molto diffuso che può essere occasionale o cronico.

  • Quando l’acidità di stomaco è un problema occasionale, il paziente non fa fatica ad individuarne le cause di origine: pasti troppo abbondanti, alimenti difficili da digerire, stress, farmaci o qualche bicchiere di troppo, sono infatti causa frequente di bruciori gastrici. In questi casi, ed in tutti quelli in cui l’acidità insorge nelle immediate vicinanze di un pasto, è probabile che si tratti di un episodio di gastrite acuta.
  • Se acidità e bruciore insorgono entro i primi 30 minuti successivi al pasto e si accompagnano a dolore, potrebbe trattarsi di ulcera gastrica.
  • Quando il sintomo cronicizza, sopraggiunge lontano dai pasti, di notte e viene attenuato dall’ingestione di alimenti, potrebbe trattarsi di ulcera duodenale.
  • Se la sensazione di bruciore non si limita all’area gastrica ma si irradia verso l’alto, fino ad interessare anche le fauci, con tutta probabilità il disturbo è dovuto alla malattia da reflusso gastroesofageo. Il problema è causato dalla risalita del contenuto gastrico nell’esofago, a causa dell’incontinenza di una valvola muscolare che chiude l’imboccatura dello stomaco, rilasciandosi soltanto per consentire il transito del cibo, l’eruttazione ed il vomito. Un ulteriore indizio che orienta verso la diagnosi di reflusso gastroesofageo è l’insorgenza di acidità e bruciore in concomitanza di cambi posturali (chinarsi per allacciare le scarpe o raccogliere un oggetto, sdraiarsi sul letto e movimenti analoghi).

Sintomi dell’acidità di stomaco: come si manifesta

L’iperacidità gastrica può portare con sé alcuni sintomi:

  • Dolore toracico e retrosternale durante la digestione e difficoltà a deglutire;
  • Bruciore che si irradia nello stomaco, nel petto e dietro lo sterno, arrivando fino alla mandibola e alla gola;
  • Difficoltà digestive;
  • Gonfiore addominale, flatulenza e diarrea;
  • Nausea e vomito;
  • Salivazione eccessiva e sensazione di bocca amara;
  • Eruttazioni acide;
  • Alito cattivo;
  • Acidità alla gola e rigurgito acido;
  • Pesantezza di stomaco;

I sintomi possono peggiorare se ci si piega in avanti, si compiono sforzi fisici eccessivi o ci si corica subito dopo aver mangiato.

Cause dell’acidità di stomaco: perché si verifica

Come abbiamo accennato, l’iperacidità gastrica è una condizione acuta o cronica caratterizzata da una produzione eccessiva di acido da parte dello stomaco. Ciò può provocare un’infiammazione della mucosa, che si manifesta con la comparsa dei sintomi.

Vediamo insieme alcuni fattori che possono favorire la comparsa del disturbo:

Abitudini alimentari scorrette:

  • Pasti irregolari, troppo grassi o abbondanti;
  • Abuso di caffè e alcolici e cibi potenzialmente irritanti, come i piatti molto speziati;
  • Consumo frequente di cibi acidi (ad esempio agrumi, kiwi, pomodori);
  • Consumo frequente di cibi fritti, salse e intingoli piccanti;

Cause fisiologiche o patologiche:

  • Minore efficienza del diaframma e della giunzione esofago-gastrica che non riescono a impedire al contenuto dello stomaco di risalire nell’esofago;
  • Produzione eccessiva di succhi acidi da parte dello stomaco;
  • Aumento della pressione sullo stomaco dovuto a sovrappeso o gravidanza;
  • Infezione da Helicobacter pylori, uno dei principali responsabili di malattie gastrointestinali, come la gastrite e l’ulcera;
  • Malattia da reflusso gastroesofageo (GERD), gastrite e ulcera peptica;
  • Assunzione di farmaci come i FANS (antinfiammatori non steroidei) che indeboliscono i meccanismi di difesa dello stomaco contro l’eccesso di acidità gastrica.

Fattori psicologici:

  • Stile di vita frenetico e poco bilanciato;
  • Periodi di stress intenso.

Chi è più a rischio di acidità di stomaco?

Le persone più a rischio di acidità di stomaco sono quelle che seguono uno stile di vita poco salutare, con alimentazione scorretta, stress, fumo, consumo eccessivo di alcol e farmaci, obesità e quelle con malattie specifiche come ernia iatale o gastroparesi. Anche i periodi di stress intenso e l’assunzione di alcuni farmaci possono aumentarne il rischio.

Ecco una lista più dettagliata dei fattori di rischio:

  • Alimentazione: Pasti troppo abbondanti, soprattutto la sera, cibi grassi, speziati, fritti, pomodoro, agrumi, alcol, caffè, cioccolato e bevande gassate possono irritare lo stomaco e favorire il reflusso.
  • Stile di vita: Fumo, consumo eccessivo di alcol, stress, mancanza di attività fisica, sonno insufficiente e pasti troppo ravvicinati all’ora di coricarsi sono tutti fattori che possono peggiorare l’acidità di stomaco.
  • Condizioni mediche: L’obesità, l’ernia iatale, la gastroparesi, l’asma e la sindrome di Zollinger-Ellison possono aumentare il rischio di reflusso gastroesofageo.
  • Farmaci: Alcuni farmaci, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), possono irritare la mucosa gastrica e favorire l’acidità.
  • Gravidanza: La gravidanza può aumentare la pressione addominale e favorire il reflusso.

Diagnosi: come si riconosce e quando preoccuparsi

Per diagnosticare l’acidità di stomaco, non sono necessari esami specifici. La presenza frequente di uno o più sintomi è sufficiente per il medico per accertare il disturbo e prescrivere un trattamento per ridurre l’acidità e lo stress. Se i sintomi sono occasionali, è possibile ricorrere all’automedicazione con farmaci da banco, come antiacidi o inibitori della pompa protonica.

Se i disturbi persistono nonostante la cura, il medico può consigliare esami approfonditi come l’esofagogastroduodenoscopia o gastroscopia, che permette di osservare l’esofago, lo stomaco e il duodeno e rilevare eventuali lesioni. Un’altra opzione è la pH-metria delle 24 ore, che misura la frequenza e l’acidità del reflusso.

Rimedi per l’acidità di stomaco: cosa fare

Per l’acidità di stomaco, è consigliabile provare rimedi naturali come l’acqua, le tisane (come camomilla o finocchio), il latte o yogurt, e il bicarbonato di sodio. Masticare lentamente e fare pasti piccoli e frequenti può anche aiutare. Se il problema persiste, si può considerare l’uso di farmaci da banco come gli antiacidi o, in caso di reflusso cronico, farmaci che riducono la produzione acida.

Rimedi Naturali per l’acidità di stomaco

  • Acqua: Bere acqua a piccoli sorsi può aiutare a neutralizzare l’acido. 
  • Tisane: Camomilla, finocchio o zenzero possono lenire il bruciore di stomaco. 
  • Latte o Yogurt: Un po’ di latte o yogurt possono dare sollievo temporaneo. 
  • Bicarbonato di Sodio: Sciogliere mezzo cucchiaino di bicarbonato in un bicchiere d’acqua può aiutare a neutralizzare l’acido. 
  • Masticare gomme stimola la produzione di saliva che aiuta a neutralizzare gli acidi. 
  • Alcol, caffè, bevande gassate e succhi di agrumi dovrebbero essere evitati. 
  • Masticare lentamente e fare pasti piccoli aiuta a ridurre il carico sullo stomaco.

Farmaci contro acidità di stomaco

  • Antiacidi: Farmaci da banco che neutralizzano l’acido. 
  • H2-bloccanti: Farmaci che riducono la produzione di acido. 
  • Inibitori della Pompa Protonica (IPP): Farmaci che riducono drasticamente la produzione di acido, usati per il reflusso cronico o ulcere.

Se l’acidità di stomaco è frequente o grave, è importante consultare un medico per una diagnosi e un trattamento adeguati.

Le cause più frequenti includono prostatite batterica acuta o cronica, che può estendersi alla vescica per contiguità anatomica, ostruzioni del tratto urinario come ipertrofia prostatica benigna, stenosi uretrali o calcolosi, e anomalie anatomiche congenite o acquisite. Nell’uomo anziano, l’incidenza aumenta significativamente a causa dell’ipertrofia prostatica che determina ritenzione urinaria, stasi vescicale e predisposizione alle infezioni.
Ogni episodio di cistite nell’uomo richiede sempre valutazione medica specialistica, poiché può rappresentare il sintomo di patologie più complesse che necessitano di trattamento specifico. L’approccio diagnostico deve includere l’esclusione di prostatite, la valutazione della funzione prostatica e, quando indicato, indagini strumentali per identificare eventuali ostruzioni o anomalie anatomiche.

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I farmaci più comunemente usati includono inibitori di pompa protonica (IPP) e gli antiacidi. 

Vale la pena segnalare una interessante novità che unisce l’efficacia nota dell’omeprazolo (IPP) alla velocità di neutralizzazione dell’acidità del bicarbonato (antiacido).

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Prevenzione dell’acidità di stomaco: consigli pratici

Il modo migliore per combattere l’acidità di stomaco, infatti, è prevenirla, con uno stile di vita regolare e con un’alimentazione equilibrata e salutare.

Cosa mangiare per l’acidità di stomaco:

  • Avena, crusca, cereali integrali e riso sono alcuni degli alimenti indicati con l’acidità di stomaco. Inoltre, la polvere di riso potrebbe essere d’aiuto, poiché contribuisce a tamponare l’acidità gastrica;

Non stupirà sentirsi dire che quando si soffre di iperacidità bisogna abbandonare alcune abitudini alimentari che favoriscono l’insorgere del disturbo. In particolare, si consiglia di limitare o eliminare:

  • cibi fritti, grassi o troppo pesanti (come carne rossa, salumi, insaccati, formaggi)
  • Cibi piccanti, insaporiti con spezie o molto salati;
  • Ortaggi potenzialmente irritanti per lo stomaco, come pomodoro e cipolla, e frutti acidi, come agrumi e kiwi;
  • bevande gassate, eccitanti come caffè e tè e l’eccesso di alcolici;
  • Cibi o bevande troppo calde o troppo fredde, soprattutto se ingeriti a stomaco vuoto;

Oltre agli alimenti, è utile adottare abitudini alimentari salutari, come:

  • Mangiare lentamente;
  • Suddividere l’alimentazione giornaliera in più pasti leggeri;
  • Evitare pasti abbondanti la sera;
  • Non andare a dormire subito dopo mangiato, ma aspettare di aver digerito, per evitare che la posizione sdraiata favorisca la risalita e il ristagno dei succhi gastrici nell’esofago;
  • può essere utile usare un cuscino in più per avere una posizione leggermente più eretta ed evitare il ristagno dei succhi gastrici durante la notte;
  • Assumere farmaci antinfiammatori durante i pasti;

Modificare alcune abitudini di vita può contribuire a ridurre i sintomi della pirosi

In particolare si consiglia di:

  • Non fumare o smettere di farlo, poiché il tabacco favorisce il reflusso;
  • Indossare abbigliamento comodo, evitando vestiti attillati e cinture strette;
  • Evitare l’eccesso di stress. Anche se può sembrare impossibile, date le nostre giornate frenetiche, apprendere tecniche di gestione dello stress può aiutare a ridurre i sintomi dell’iperacidità gastrica. Gli stati prolungati di irritazione e nervosismo possono infatti incidere negativamente sull’equilibrio dell’organismo, in particolare sul benessere gastrico;
  • Perdere peso per ridurre la pressione sullo stomaco;
  • Fare attività fisica, anche se non subito dopo mangiato, in modo da favorire la motilità gastrointestinale, evitare il sovrappeso e aiutare il processo digestivo;
  • Consultare il medico sull’uso di farmaci antinfiammatori.

Acidità di stomaco ricorrente: quando diventa un problema

L’acidità di stomaco ricorrente diventa un problema quando si manifesta con frequenza, intensità o durata tali da interferire con la normale vita quotidiana. Sintomi come bruciore persistente, dolore allo stomaco, difficoltà a deglutire, nausea e vomito, soprattutto se accompagnati da perdita di peso, richiedono una valutazione medica. È importante non sottovalutare il problema, poiché potrebbe essere sintomo di condizioni sottostanti come reflusso gastroesofageo, gastrite, ulcera o ernia iatale.

Quando preoccuparsi:

  • Frequenza: Se il bruciore di stomaco si verifica più di due volte a settimana o se i sintomi persistono nonostante l’uso di farmaci da banco. 
  • Intensità: Se il dolore è intenso, continuo o si irradia verso altre zone del corpo. 
  • Durata: Se il dolore non scompare entro pochi giorni o se si ripresenta dopo un periodo di miglioramento. 
  • Sintomi associati: Nausea, vomito, difficoltà a deglutire, perdita di peso o appetito. 
  • Effetti sulla vita quotidiana: Se il bruciore interferisce con il sonno, l’alimentazione o altre attività quotidiane.

Cause principali:

  • Reflusso gastroesofageo: Risalita dell’acido dallo stomaco nell’esofago che causa bruciore e altri disturbi. 
  • Gastrite: Infiammazione della mucosa dello stomaco, spesso causata da infezione da Helicobacter pylori o dall’uso di farmaci irritanti. 
  • Ulcera: Lesione nella mucosa dello stomaco o del duodeno, che può causare dolore intenso e sanguinamento. 
  • Ernia iatale: Spostamento di una parte dello stomaco attraverso il diaframma, che può favorire il reflusso. 
  • Intolleranze alimentari: Reazioni avverse ad alcuni alimenti che possono infiammare il tratto digestivo. 
  • Stress e ansia: Possono aumentare la produzione di acido gastrico e peggiorare i sintomi.

Cosa fare:

  • Consultare un medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato. 
  • Seguire una dieta equilibrata evitando cibi grassi, fritti, piccanti e acidi, alcol, caffeina e bevande gassate. 
  • Mantenere buone abitudini alimentari, mangiare pasti regolari, masticare lentamente e evitare di coricarsi subito dopo aver mangiato. 
  • Gestire lo stress trovando strategie per ridurre lo stress e l’ansia, come tecniche di rilassamento o attività fisica. 
  • Evitare farmaci che irritano lo stomaco.

 In sintesi, l’acidità di stomaco occasionale è comune, ma se diventa persistente e causa disagio, è importante consultare un medico per escludere cause sottostanti e ricevere il trattamento appropriato.

Domande frequenti sull’acidità di stomaco

Qual è il miglior rimedio per l’acidità?

I farmaci più consigliati sono gli antiacidi, che agiscono neutralizzando l’eccesso di acido offrendo un sollievo rapido, e gli inibitori di pompa protonica (IPP), come l’omeprazolo, che riducono la produzione di acido da parte dello stomaco fornendo un effetto più efficace e duraturo.

Cosa mangiare se si ha acidità di stomaco?

E’ consigliabile consumare cibi leggeri e facilmente digeribili: riso, pasta, avena, pane integrale, frutta come mele, pere e banane, verdure cotte come zucchine, finocchi e carote, proteine magre come pollo o pesce bianco e latticini.

Quanto dura l’acidità di stomaco?

Può durare da pochi minuti fino a diverse ore, a seconda della causa e della gravità. In alcuni casi, il bruciore può persistere per alcuni giorni, specialmente se legato a fattori scatenanti come cibi specifici o farmaci. Se l’acidità è frequente o non passa in un periodo ragionevole, è consigliabile consultare un medico.

L’acidità può causare mal di gola o tosse?

Sì, l’acidità, in particolare il reflusso gastroesofageo, può causare mal di gola e tosse. L’acido dello stomaco che risale nell’esofago e, in alcuni casi, fino alla gola e alle vie respiratorie, può irritare e infiammare i tessuti, causando questi sintomi.

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