Cistite

La cistite, pur essendo un disturbo comune e nella maggior parte dei casi facilmente trattabile, non deve essere sottovalutata. La cistite è una delle infezioni delle vie urinarie più comuni al mondo, un disturbo fastidioso che interessa milioni di persone ogni anno. Si stima che circa il 50-60% delle donne sviluppi almeno un episodio di cistite nel corso della vita, e molte ne soffrono in modo ricorrente. Tuttavia, anche gli uomini possono sviluppare la cistite, specialmente con l’avanzare dell’età o in presenza di problemi alla prostata che ostacolano il normale svuotamento della vescica.
Questa condizione, caratterizzata dall’infiammazione della vescica, può trasformare semplici gesti quotidiani in momenti di disagio e dolore, influenzando significativamente la qualità della vita di chi ne soffre.
In questo articolo troverete una guida completa che vi aiuterà a comprendere al meglio cos’è la cistite, come riconoscerne tempestivamente i sintomi, le cause e come effettuare una corretta diagnosi. Inoltre, scoprirete le opzioni di trattamento disponibili e come mantenere sotto controllo la funzionalità urinaria grazie all’aiuto dei prodotti della Linea Schoum.

La cistite è un processo infiammatorio che colpisce la parete della vescica urinaria, manifestandosi tipicamente con sintomi quali disuria (dolore durante la minzione), pollachiuria (aumento della frequenza urinaria) e urgenza minzionale.
Per comprendere la cistite è essenziale conoscere l’anatomia delle basse vie urinarie, che comprendo:

  1.  La vescica: un organo muscolare cavo situato nella pelvi, con funzione di raccolta e accumulo dell’urina prodotta dai reni. La sua parete è costituita da tre strati principali: la mucosa (rivestimento interno), la sottomucosa e il detrusore (muscolo liscio responsabile della contrazione durante la minzione).
  2. L’uretra: il condotto che collega la vescica con l’esterno, permettendo l’eliminazione dell’urina. Nelle donne ha una lunghezza di circa 3-4 cm, mentre negli uomini raggiunge i 18-20 cm, attraversando la prostata e il pene.
  3. Il trigono vescicale: una regione triangolare della base vescicale, delimitata dai due orifizi ureterali (dove sboccano gli ureteri provenienti dai reni) e dall’orifizio uretrale interno.

La cistite è causata nella maggior parte dei casi da un’infezione batterica e si verifica quando microrganismi patogeni colonizzano e invadono la mucosa vescicale. Il principale agente eziologico è Escherichia coli (responsabile del 75-85% dei casi), batterio normalmente presente nell’intestino ma che può migrare dall’area anale verso l’uretra e risalire fino alla vescica. Questo spiega perché la cistite sia più comune nelle donne, a causa della minore lunghezza dell’uretra e della sua prossimità all’ano.
Quando questo accade, i batteri si moltiplicano rapidamente nell’ambiente caldo e umido della vescica, scatenando il processo infiammatorio. La risposta infiammatoria dell’organismo provoca i sintomi caratteristici.
Tuttavia esistono anche forme di cistite non batterica, caratterizzate dall’assenza di microrganismi patogeni identificabili.
La distinzione tra le varie forme di cistite è fondamentale per orientare correttamente la strategia terapeutica, che varia significativamente tra le diverse eziologie.

Sintomi della cistite: come riconoscerla tempestivamente

La cistite presenta un quadro sintomatologico che può variare notevolmente da persona a persona, sia in termini di manifestazioni che di intensità. Mentre alcuni sintomi sono molto comuni e rappresentano i segnali d’allarme più frequenti, altri possono essere meno evidenti o comparire solo in determinate circostanze. La gravità dei disturbi può oscillare da un lieve fastidio a sintomi decisamente debilitanti che interferiscono significativamente con le attività quotidiane.

Riconoscere tempestivamente i sintomi è fondamentale per iniziare il trattamento appropriato e prevenire possibili complicazioni.

Sintomi comuni della cistite

  • Disuria: Dolore, bruciore o fastidio durante la minzione, spesso descritto come una sensazione di “taglio” o “bruciore” che si intensifica verso la fine dell’atto urinario
  • Pollachiuria: Aumento della frequenza urinaria con necessità di urinare più spesso del normale, anche ogni 10-15 minuti, ma con emissione di piccole quantità di urina
  • Urgenza minzionale: Sensazione improvvisa e impellente di dover urinare, difficile da controllare e che può portare a episodi di incontinenza
  • Dolore soprapubico: Fastidio o dolore localizzato nella parte bassa dell’addome, sopra il pube, che può essere costante o intermittente
  • Sensazione di svuotamento incompleto: Percezione dolorosa e persistente che la vescica non si sia completamente svuotata dopo la minzione, con bisogno di urinare nuovamente poco dopo. Consiste in una contrazione spasmodica dello sfintere della vescica, e in un senso di incompleto svuotamento
  • Urine torbide: Le urine possono apparire più dense, opache o con presenza di sedimenti visibili, perdendo la normale trasparenza
  • Odore sgradevole delle urine: Alterazione dell’odore normale delle urine, che possono assumere un odore più intenso, pungente o maleodorante
  • Lieve presenza di sangue: Tracce di sangue nelle urine (ematuria) che possono renderle rosate o leggermente rossastre, particolarmente visibili verso la fine della minzione

Sintomi meno comuni o indicativi di complicazioni

  • Febbre alta: Temperatura corporea superiore a 38°C, che può indicare che l’infezione si è estesa ai reni (pielonefrite) o ad altri organi del tratto urinario superiore
  • Brividi e malessere generale: Sensazione di freddo intenso accompagnata da tremore, sudorazione e prostrazione generale, segni di una possibile infezione sistemica
  • Dolore lombare intenso: Dolore severo nella regione dei fianchi o della schiena, particolarmente nell’area dei reni, che può irradiarsi verso il basso e indicare coinvolgimento renale
  • Nausea e vomito: Sintomi gastrointestinali che possono accompagnare le infezioni del tratto urinario superiore e indicare una condizione più seria
  • Ematuria macroscopica: Presenza abbondante di sangue nelle urine che le rende visibilmente rosse o marroni, diversa dalle semplici tracce ematiche della cistite comune
  • Dolore pelvico severo: Dolore intenso e persistente nella regione pelvica che non si allevia con i comuni antidolorifici e può indicare complicazioni
  • Ritenzione urinaria: Impossibilità totale o parziale di urinare nonostante lo stimolo, che può richiedere intervento medico urgente
  • Incontinenza improvvisa: Perdita involontaria di urine in persone che normalmente non presentano questo problema, particolarmente preoccupante negli adulti
  • Alterazioni dello stato mentale: Confusione, disorientamento o cambiamenti comportamentali, particolarmente negli anziani, che possono indicare sepsi urinaria

Le cause della cistite: perché viene e chi è più a rischio

Comprendere le origini della cistite è fondamentale per una prevenzione efficace e un trattamento mirato. Le cause possono essere suddivise in diverse categorie principali: infettive, non infettive, strutturali e legate allo stile di vita. Ogni tipologia richiede un approccio specifico sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico.

Cistite da infezione batterica

La cistite batterica rappresenta la forma più comune di infezione delle vie urinarie inferiori, causata principalmente da batteri gram-negativi che risalgono dall’uretra verso la vescica. Escherichia coli è responsabile di circa l’80-85% dei casi di cistite non complicata, seguito da Staphylococcus saprophyticus (5-10%), particolarmente frequente nelle giovani donne sessualmente attive. Altri patogeni includono Klebsiella pneumoniae, Enterococcus faecalis e Proteus mirabilis, mentre nelle cistiti complicate o ricorrenti possono essere coinvolti anche Pseudomonas aeruginosa e Enterobacter spp.

Altre cause meno frequenti di cistite

Più raramente, la cistite può non essere infettiva. Oltre alle forme batteriche, esistono infatti diverse eziologie non infettive di cistite che richiedono un approccio diagnostico e terapeutico specifico.

  • Cistite interstiziale (sindrome del dolore vescicale): patologia cronica di origine multifattoriale caratterizzata da dolore pelvico, urgenza minzionale e nicturia in assenza di infezione batterica. L’eziologia rimane incerta, ma si ipotizzano meccanismi autoimmuni, disfunzione dell’epitelio vescicale con alterazione dello strato di glicosaminoglicani protettivo, e iperattivazione mastocitaria. Colpisce prevalentemente donne in età adulta con significativo impatto sulla qualità di vita.
  • Cistite iatrogena da farmaci: la ciclofosfamide e l’ifosfamide rappresentano i chemioterapici più frequentemente associati a cistite emorragica acuta o cronica, attraverso la formazione di metaboliti tossici (acroleina) che causano danno diretto all’urotelio. Altri farmaci implicati includono busulfan, tiotepa, alcuni antibiotici ad alte dosi e farmaci antidiabetici inibitori del trasportatore SGLT2 (gliflozine).
  • Cistite attinica: complicanza della radioterapia pelvica per neoplasie ginecologiche, prostatiche o rettali, che si manifesta come cistite acuta durante il trattamento o come forma cronica tardiva con teleangectasie, fibrosi e ulcerazioni della mucosa vescicale. L’incidenza varia dal 5-20% dei pazienti irradiati.
  • Cistite chimica: causata dall’esposizione a sostanze irritanti come detergenti intimi aggressivi, spermicidi, antisettici locali, profumi o coloranti presenti in prodotti per l’igiene personale. Si manifesta con sintomi sovrapponibili alla cistite batterica ma in assenza di crescita microbica significativa all’urinocoltura.

Fattori di rischio che favoriscono la cistite

I principali fattori di rischio per lo sviluppo della cistite includono:

Anatomici e fisiologici: Il sesso femminile rappresenta il fattore più significativo per la maggiore brevità dell’uretra (3-4 cm vs 15-20 cm nell’uomo) e la vicinanza all’ano. L’età avanzata, le malformazioni urogenitali, la vescica neurogena e l’incontinenza urinaria aumentano il rischio di infezioni ricorrenti.

Comportamentali: Scarsa igiene intima, uso di biancheria sintetica, rapporti sessuali frequenti, utilizzo di spermicidi e diaframmi, trattenimento prolungato delle urine e stipsi cronica che favorisce la migrazione batterica dall’intestino.
Condizioni patologiche: Diabete mellito, immunodeficienze, calcolosi urinaria, reflusso vescico-ureterale, gravidanza e patologie neurologiche che compromettono lo svuotamento vescicale.

Vi è uno stretto legame tra cistite e rapporti sessuali. Infatti, la “cistite post-coitale” o “da luna di miele” si manifesta entro 24-48 ore dal rapporto sessuale. Nelle donne predisposte a soffrire di cistite da luna di miele, la frequenza dei rapporti sessuali rappresenta il più forte fattore di rischio di recidiva. I meccanismi scatenanti includono il trauma meccanico dell’uretra durante la penetrazione, che facilita la risalita batterica, e l’insufficiente lubrificazione vaginale durante i rapporti sessuali correlata a tensione del pavimento pelvico.

Anche la menopausa rappresenta un fattore di rischio rilevante in quanto si tratta di periodo di particolare vulnerabilità per le infezioni urinarie. Nel 40% dei casi sono uno dei motivi principali di cistite in menopausa i rapporti sessuali, a causa dell’ipoestrogenismo che comporta alterazioni dell’epitelio vaginale e uretrale, riduzione dello spessore della mucosa vescicale, diminuzione della vascolarizzazione locale e perdita dell’elasticità dei tessuti. Inoltre, la carenza di estrogeni rende la vescica più vulnerabile all’attacco dei germi e più sensibile ai traumi meccanici, alterazione del pH vaginale con riduzione dei lattobacilli protettivi, diminuzione delle difese immunitarie locali e compromissione dello svuotamento vescicale.

Cistite nell'uomo, nella donna e in gravidanza: ci sono differenze?

La cistite presenta caratteristiche epidemiologiche e cliniche distinte in base al genere e all’età del paziente, con implicazioni diagnostiche e terapeutiche specifiche. Le differenze anatomiche, ormonali e comportamentali tra uomini e donne influenzano significativamente l’incidenza, la presentazione clinica e il decorso delle infezioni delle vie urinarie, richiedendo approcci personalizzati per una gestione ottimale.

Cistite nella Donna

La cistite rappresenta una delle patologie più frequenti nella popolazione femminile, con un’incidenza annuale che raggiunge il 10-15% nelle donne in età fertile. La maggiore suscettibilità femminile alle infezioni delle vie urinarie è primariamente dovuta a fattori anatomici: l’uretra femminile, lunga appena 3-4 cm rispetto ai 15-20 cm di quella maschile, facilita notevolmente la risalita batterica dall’introito vaginale alla vescica. La vicinanza anatomica tra meato uretrale, introito vaginale e ano favorisce la contaminazione da parte di batteri enterici, particolarmente Escherichia coli.
Altri fattori predisponenti includono le modificazioni ormonali durante il ciclo mestruale che alterano il pH vaginale e la flora batterica protettiva, l’attività sessuale che può causare trauma uretrale e facilitare la migrazione batterica (“cistite da luna di miele”), e comportamenti igienici inadeguati. La menopausa rappresenta un ulteriore fattore di rischio per l’ipoestrogenismo che causa atrofia dell’epitelio urogenitale, riduzione delle difese locali e alterazione della flora vaginale, rendendo le donne post-menopausali particolarmente suscettibili alle infezioni ricorrenti.

Cistite nell'Uomo

Nell’uomo giovane e sano, la cistite è un evento relativamente raro, con un’incidenza annuale inferiore all’1%, grazie alla maggiore lunghezza dell’uretra che rappresenta una barriera meccanica efficace contro la risalita batterica. Quando la cistite si manifesta nel maschio, è spesso secondaria a condizioni patologiche sottostanti che richiedono sempre un approfondimento diagnostico specialistico.
Le cause più frequenti includono prostatite batterica acuta o cronica, che può estendersi alla vescica per contiguità anatomica, ostruzioni del tratto urinario come ipertrofia prostatica benigna, stenosi uretrali o calcolosi, e anomalie anatomiche congenite o acquisite. Nell’uomo anziano, l’incidenza aumenta significativamente a causa dell’ipertrofia prostatica che determina ritenzione urinaria, stasi vescicale e predisposizione alle infezioni.
Ogni episodio di cistite nell’uomo richiede sempre valutazione medica specialistica, poiché può rappresentare il sintomo di patologie più complesse che necessitano di trattamento specifico. L’approccio diagnostico deve includere l’esclusione di prostatite, la valutazione della funzione prostatica e, quando indicato, indagini strumentali per identificare eventuali ostruzioni o anomalie anatomiche.

Cistite in Gravidanza

 La gravidanza rappresenta una condizione di aumentata suscettibilità alle infezioni delle vie urinarie, con un’incidenza di cistite che raggiunge il 2-10% delle gestanti. Le modificazioni fisiologiche della gravidanza predispongono alle infezioni attraverso diversi meccanismi: la dilatazione ureterale causata dal progesterone e dalla compressione dell’utero gravido determina stasi urinaria e facilita la risalita batterica, mentre le modificazioni immunologiche riducono le difese locali per prevenire il rigetto fetale.
La cistite in gravidanza presenta rischi specifici per madre e feto, includendo maggiore probabilità di evoluzione in pielonefrite (20-30% dei casi non trattati), aumentato rischio di parto pretermine, basso peso alla nascita e, nei casi severi, sepsi materna. La diagnosi deve essere tempestiva e si basa sull’urinocoltura, raccomandata di routine nel primo trimestre anche in assenza di sintomi, poiché la batteriuria asintomatica è presente nel 2-10% delle gestanti e richiede trattamento.
Il trattamento della cistite in gravidanza richiede particolare attenzione nella scelta antibiotica, privilegiando farmaci sicuri per il feto. Il follow-up deve includere urinocoltura di controllo dopo 1-2 settimane dal completamento della terapia e monitoraggio mensile per prevenire recidive, fondamentale per garantire una gravidanza sicura e ridurre le complicanze materno-fetali.

Diagnosi della cistite: come si accerta

La diagnosi di cistite si basa principalmente sul riconoscimento dei sintomi caratteristici e sulla conferma mediante esami di laboratorio. I sintomi tipici includono disuria (bruciore durante la minzione), urgenza minzionale, frequenza aumentata delle minzioni, sensazione di svuotamento incompleto e talvolta ematuria. Il dolore sovrapubico e la sensazione di svuotamento incompleto completano il quadro clinico, mentre febbre e dolore lombare sono generalmente assenti nella cistite non complicata.
La diagnosi clinica viene confermata attraverso l’esame delle urine con stick urinario, che rivela tipicamente leucociti, nitriti positivi ed eventualmente eritrociti. L’urinocoltura rappresenta il gold standard diagnostico, permettendo l’identificazione del patogeno e la determinazione dell’antibiogramma. È fondamentale una raccolta corretta del campione mediante mitto intermedio dopo igiene dei genitali esterni. In casi di cistiti ricorrenti o atipiche, possono essere necessari esami strumentali aggiuntivi come ecografia o cistoscopia per escludere patologie sottostanti.

Cura della cistite: trattamenti farmacologici e rimedi

La comprensione della causa della cistite è fondamentale per orientare la scelta terapeutica più appropriata. Di seguito riportiamo li principali trattamenti farmacologi e rimedi per la cura.

Terapia antibiotica: la scelta primaria per la cistite batterica

Il trattamento farmacologico della cistite si basa principalmente sull’utilizzo di antibiotici mirati, prescritti dal medico sulla base del tipo di batterio identificato e della gravità dell’infezione. È essenziale completare l’intero ciclo di terapia antibiotica, anche se i sintomi migliorano prima della fine del trattamento, per evitare ricadute e lo sviluppo di resistenze batteriche.

Per le cistiti non complicate, la fosfomicina rappresenta spesso la prima scelta terapeutica. Questo antibiotico, somministrato in dose singola da 3 grammi, offre numerosi vantaggi: elevata efficacia, ottima compliance del paziente e basso rischio di sviluppo di resistenze batteriche.

La nitrofurantoina costituisce un’altra opzione eccellente, particolarmente indicata per la sua capacità di concentrarsi selettivamente nelle urine. Il dosaggio abituale prevede 50-100 mg ogni 6 ore per un periodo di 5-7 giorni. Questo farmaco presenta il vantaggio di mantenere un’efficacia elevata anche contro ceppi batterici resistenti ad altri antibiotici.

Il trimetoprim-sulfametossazolo, sebbene efficace, viene utilizzato con maggiore cautela a causa dell’aumento delle resistenze batteriche osservato negli ultimi anni. Quando appropriato, il regime terapeutico prevede 160/800 mg ogni 12 ore per 3 giorni.

Parallelamente alla terapia antibiotica, è importante aumentare l’assunzione di liquidi per favorire l’eliminazione dei batteri attraverso la diuresi.

Antidolorifici e antispastici

Per alleviare il dolore e il bruciore, possono essere utili analgesici da banco o antispastici specifici per il tratto urinario, sempre sotto controllo medico

Rimedi naturali e consigli comportamentali per curare la cistite

Alcuni rimedi naturali possono offrire un supporto aggiuntivo. Il succo di mirtillo rosso (cranberry), rappresenta probabilmente il rimedio naturale più studiato per la prevenzione delle infezioni urinarie. Le proantocianidine contenute in questo frutto possiedono la capacità di impedire l’adesione dei batteri, in particolare dell’E. coli, alle pareti del tratto urinario. Sebbene l’evidenza scientifica non sia unanime, numerosi studi supportano il suo utilizzo nella prevenzione delle cistiti ricorrenti.

Il D-mannosio è uno zucchero semplice che ha mostrato risultati promettenti nella prevenzione delle cistiti ricorrenti. Il suo meccanismo d’azione è simile a quello del cranberry: impedisce l’adesione batterica alle pareti urinarie, facilitando l’eliminazione dei patogeni attraverso la minzione. Alcuni studi hanno evidenziato un’efficacia paragonabile agli antibiotici nella prevenzione delle recidive, con il vantaggio di non causare resistenze batteriche.

I probiotici, in particolare i ceppi di Lactobacillus, possono svolgere un ruolo importante nel mantenimento della salute del tratto urogenitale. Questi microrganismi benefici contribuiscono a mantenere un pH vaginale acido, creando un ambiente sfavorevole alla crescita di batteri patogeni. L’assunzione di probiotici specifici può essere particolarmente utile dopo terapie antibiotiche, per ripristinare rapidamente l’equilibrio della flora microbica naturale.

Strategie Non Farmacologiche Fondamentali

 1) L’Importanza dell’Idratazione
L’aumento dell’apporto idrico rappresenta una misura terapeutica e preventiva di fondamentale importanza. Bere almeno 2-3 litri di acqua al giorno favorisce la diluizione delle urine e aumenta la frequenza della minzione, contribuendo al lavaggio meccanico dei batteri dal tratto urinario. È preferibile distribuire l’assunzione di liquidi durante tutto l’arco della giornata, evitando grandi quantità concentrate in brevi periodi.
2) Modifiche Comportamentali
Alcune modifiche delle abitudini quotidiane possono contribuire significativamente alla prevenzione delle cistiti. Urinare completamente ogni 2-3 ore evita il ristagno di urina in vescica, mentre svuotare la vescica dopo ogni rapporto sessuale aiuta a eliminare eventuali batteri introdotti durante l’attività intima. L’igiene intima corretta riveste un ruolo cruciale: è importante pulirsi sempre dalla zona genitale verso l’ano e mai in senso contrario, per evitare la contaminazione con batteri intestinali.

Integratori per la cistite: un aiuto dalla Linea Schoum

Accanto alle terapie farmacologiche tradizionali, gli integratori alimentari hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante nella gestione di questa condizione, sia come supporto preventivo che come coadiuvante nel trattamento. Gli integratori per le vie urinarie non sostituiscono le terapie mediche quando necessarie, ma possono offrire un valido supporto nella prevenzione delle recidive e nel mantenimento della salute del tratto urinario. La loro efficacia si basa su meccanismi diversi: alcuni agiscono impedendo l’adesione batterica alle pareti della vescica, altri supportano il sistema immunitario o contribuiscono a mantenere un ambiente urinario sfavorevole alla proliferazione batterica.
Gli integratori per le vie urinarie non sostituiscono le terapie mediche quando necessarie, ma possono offrire un valido supporto nella prevenzione delle recidive e nel mantenimento della salute del tratto urinario. La loro efficacia si basa su meccanismi diversi: alcuni agiscono impedendo l’adesione batterica alle pareti della vescica, altri supportano il sistema immunitario o contribuiscono a mantenere un ambiente urinario sfavorevole alla proliferazione batterica.

Principi Attivi utili

  1. Mirtillo Rosso Americano. Il mirtillo rosso americano (cranberry) rappresenta probabilmente l’integratore più studiato e utilizzato per la salute urinaria. Le proantocianidine di tipo A (PAC-A) contenute in questo frutto impediscono l’adesione dei batteri, in particolare dell’E. coli, alle pareti del tratto urinario. Studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione regolare di estratti standardizzati di cranberry può ridurre significativamente il rischio di cistiti ricorrenti, specialmente nelle donne giovani e in quelle in post-menopausa.
  2. D-Mannosio. Il D-mannosio è uno zucchero semplice che ha mostrato risultati promettenti nella prevenzione delle infezioni urinarie. Questo composto si lega ai batteri E. coli, impedendo loro di aderire alle pareti della vescica e favorendone l’eliminazione attraverso l’urina. Alcuni studi suggeriscono che possa essere efficace quanto alcuni antibiotici nella prevenzione delle cistiti ricorrenti, con il vantaggio di non alterare la flora batterica intestinale.
  3. Probiotici Specifici. I probiotici, in particolare i ceppi Lactobacillus crispatus e Lactobacillus rhamnosus, possono contribuire a mantenere l’equilibrio della flora urogenitale. Questi microrganismi benefici competono con i patogeni per i siti di adesione e producono sostanze che inibiscono la crescita batterica nociva. L’integrazione con probiotici specifici può essere particolarmente utile dopo terapie antibiotiche per ripristinare l’equilibrio microbico naturale.
  4. Altri estratti vegetali di supporto. Numerosi altri estratti vegetali possono supportare la salute delle vie urinarie attraverso diversi meccanismi d’azione. Il melograno, ricco di acido ellagico e altri composti fenolici, esercita un’azione antiossidante e antinfiammatoria. La betulla e l’ortosiphon svolgono un’azione diuretica che favorisce il lavaggio delle vie urinarie, mentre l’equiseto apporta silicio e altri minerali che supportano l’integrità dei tessuti. L’ortica (Urtica dioica) rappresenta uno dei rimedi fitoterapici più tradizionali e studiati per il trattamento dei disturbi delle vie urinarie, inclusa la cistite. Questa pianta erbacea, spesso considerata un’erbaccia fastidiosa, nasconde in realtà importanti proprietà terapeutiche che la rendono un valido alleato naturale nella gestione delle infezioni urinarie.

L’ integratore alimentare Soluzione Schoum CISTIX della linea Schoum benessere a base di elementi naturali come l’estratto di ortica e di mirtillo nero, rappresenta un valido aiuto per l’equilibrio delle funzioni fisiologiche dell’apparato urinario. Arricchito di vitamina C, che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Previene e aiuta a risolvere in maniera naturale, efficace e sicura i fastidi ricorrenti e/o occasionali alle vie urinarie, come ad esempio la cistite.

È pratico anche fuori casa, in quanto è disponibile in stick monodose da sciogliere direttamente in bocca.

Come scegliere l'integratore più adatto

L’utilizzo degli integratori per la cistite richiede alcune considerazioni importanti. La qualità del prodotto è fondamentale: gli estratti devono essere standardizzati e la concentrazione dei principi attivi chiaramente indicata.

La tempistica dell’assunzione può influenzare l’efficacia: molti integratori per le vie urinarie vengono assunti la sera, per permettere una permanenza più prolungata nella vescica durante la notte.

È essenziale consultare un medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, specialmente in presenza di sintomi acuti di cistite, quando potrebbe essere necessario un trattamento antibiotico. Gli integratori non devono mai ritardare la ricerca di cure mediche appropriate.

Gli integratori si inseriscono idealmente in un approccio integrato alla gestione della cistite che include:

  • Igiene appropriata: pratiche di igiene intima corrette senza eccessi che potrebbero alterare la flora naturale
  • Idratazione adeguata: un apporto sufficiente di liquidi favorisce il lavaggio delle vie urinarie
  • Abitudini minzionali sane: evitare di trattenere l’urina e svuotare completamente la vescica
  • Alimentazione equilibrata: limitare alimenti irritanti e favorire quelli che supportano la salute urogenitale

Prevenzione della cistite: consigli pratici per evitarla

La prevenzione rappresenta l’approccio più efficace per ridurre l’incidenza delle cistiti, specialmente nelle persone predisposte. Ma come fare a prevenirla in modo efficace?

Ecco di seguito alcune misure da seguire:

  • mantenere un’adeguata igiene intima, utilizzando detergenti delicati e non aggressivi, costituisce la base della prevenzione
  • fare la doccia, piuttosto che il bagno, per evitare di esporre troppo a lungo i genitali alle sostanze chimiche presenti nei prodotti per la pulizia
  • non trattenere l’urina quando si avverte lo stimolo e svuotare sempre completamente la vescica, poiché la permanenza prolungata dell’urina in vescica favorisce la moltiplicazione batterica
  • bere molta acqua, per limitare la moltiplicazione batterica nella vescica
  • detergere sempre le parti intime partendo dalla parte anteriore (vulva) verso quella posteriore (ano)
  • svuotare la vescica il prima possibile dopo l’atto sessuale
  • non usare un diaframma per la contraccezione
  • evitare jeans o pantaloni troppo stretti
  • indossare biancheria intima di cotone, piuttosto che in materiale sintetico, che favorisce la traspirazione e riduce l’umidità, creando un ambiente meno favorevole alla proliferazione batterica.
  • una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura, insieme a probiotici che mantengono in salute la flora batterica intestinale e vaginale, contribuisce a rafforzare le difese naturali dell’organismo.

Cistite ricorrente

La cistite ricorrente è definita come la manifestazione di almeno tre episodi di cistite in un anno o due episodi nell’arco di sei mesi. Questa condizione rappresenta una sfida clinica significativa che va oltre i singoli episodi infettivi isolati, richiedendo un approccio diagnostico e terapeutico più strutturato e personalizzato. A differenza della cistite occasionale, la forma ricorrente necessita di un’indagine approfondita per identificare i fattori predisponenti sottostanti, che possono includere anomalie anatomiche del tratto urinario, disfunzioni della vescica, alterazioni del microbiota vaginale, fattori comportamentali o deficit immunologici. Il percorso terapeutico deve essere guidato da uno specialista che valuterà l’opportunità di strategie preventive mirate, come la profilassi farmacologica a basso dosaggio con antibiotici specifici o l’utilizzo a lungo termine di integratori a base di D-mannosio, mirtillo rosso o probiotici. L’obiettivo è interrompere il ciclo delle recidive attraverso un piano terapeutico individualizzato che combini prevenzione farmacologica, modificazioni comportamentali e monitoraggio clinico regolare, migliorando significativamente la qualità di vita della paziente.

Quando rivolgersi al medico per la cistite

Sebbene la cistite sia generalmente una condizione benigna, esistono situazioni in cui è necessario consultare immediatamente un medico. La presenza di febbre alta, brividi intensi, dolore lombare acuto o vomito potrebbero indicare che l’infezione si è estesa ai reni, condizione nota come pielonefrite.
Se i sintomi non migliorano dopo 2-3 giorni di trattamento, se si verificano episodi ricorrenti (più di 3 all’anno), o se compaiono sintomi inusuali, è importante sottoporsi a ulteriori accertamenti per escludere complicazioni o condizioni sottostanti.

Domande frequenti sulla cistite

Quanto dura una cistite?

La cistite solitamente non dà complicazioni e si risolve autonomamente in pochi giorni. I tempi di guarigione variano a seconda del tipo di cistite.
La cistite acuta non complicata può durare dai 3 ai 7 giorni. Gli antibiotici possono aiutare a eliminare l’infezione in 1-3 giorni, anche se conviene sempre completare l’intero ciclo, se e come prescritto dal medico, per evitarne la ricomparsa.

La cistite è contagiosa?

Sia quando colpisce l’uomo che quando interessa la donna, la cistite non è una condizione contagiosa; questo significa che non si trasmette con i rapporti sessuali o altri tipi di contatti.
Tuttavia, i medici consigliano di sospendere (o quanto meno ridurre) temporaneamente l’attività sessuale, perché una simile precauzione accelera la guarigione.

Cosa mangiare e cosa evitare con la cistite?

Gli zuccheri favoriscono la proliferazione dei patogeni, mentre cibi piccanti e cioccolato sono irritanti per la vescica.
Evitare cibi e bevande che possono irritare la vescica, come caffè, alcol e cibi piccanti, può anche aiutare a ridurre i sintomi. Se si consumano abitualmente questi alimenti è bene cambiare le proprie abitudini alimentari e seguire una dieta sana.
Bere molta acqua può aiutare a diluire l’urina, a ridurre il dolore durante la minzione e diminuire la concentrazione di batteri e di sostanze irritanti che possono causare o aggravare l’infiammazione della vescica.

Come distinguere la cistite dalla candida?

Le due condizioni hanno sintomi diversi che permettono di distinguerle:
Candida:
Si riconosce perché possono essere presenti perdite biancastre (leucorrea) e dense descrivibili come latte cagliato, con un odore che ricorda il lievito. Inoltre si presenta con prurito vulvare intenso e bruciore durante i rapporti sessuali.
Cistite:
La cistite si caratterizza per bruciore durante la minzione, urgenza urinaria, dolore pelvico, possibile presenza di sangue nelle urine.

Inoltre hanno cause differenti. Le cause della candida sono stress, una dieta troppo ricca di zuccheri e lieviti invece la cistite è causata principalmente da infezioni batteriche.

Si può avere la cistite senza bruciore?

Sì, è possibile avere cistite senza il classico bruciore alla minzione. I sintomi della cistite possono variare e includere:
Urgenza urinaria frequente
Sensazione di svuotamento incompleto della vescica
Dolore pelvico o sovrapubico
Urine torbide o maleodoranti
Malessere generale
Non tutti i sintomi sono sempre presenti contemporaneamente, e l’intensità può variare da persona a persona.

Come far passare velocemente la cistite?

Strategie immediate:
Bere molta acqua può aiutare a diluire l’urina e a ridurre il dolore durante la minzione.
Riposare e evitare attività fisiche intense può aiutare il corpo a recuperare più velocemente.
Applicare calore sulla zona pelvica per alleviare il dolore
Trattamento medico:
Gli antibiotici possono aiutare a eliminare l’infezione in 1-3 giorni, ma è importante completare sempre l’intero ciclo antibiotico prescritto.
La cistite non curata in modo adeguato tende a ripresentarsi con episodi ricorrenti, quindi è fondamentale seguire le indicazioni mediche per una guarigione completa.

Le informazioni fornite nel presente articolo non sostituiscono in alcun modo il parere medico.